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Consiste nel suddividere le proprie task con un inizio ed una fine prestabiliti. Però attenzione, andrebbe usato per alcune attività, non tutte a prescindere. Dipende da cosa si deve fare e dai propri obbiettivi.
Personalmente io uso una forma flessibile del timeboxing, ovvero lo uso come traccia, se poi sforo di 15 minuti perchè devo terminare di scrivere una riga, terminare una telefonata o terminare un capitolo da leggere non è un dramma, idem se finisco in anticipo ciò che dovevo fare mi concedo una pausa, medito o se mi sento in uno stato di “flusso” produttivo proseguo con altro. Se volessimo per esempio inserire nella nostra routine attività più salutari sicuramente l’uso di un timeboxing, anche ibrido andrebbe bene.
Come strategia rigida a me piace e non piace allo stesso tempo, infatti con un approccio ibrido su misura per le mie esigenze devo ammettere di trovarmi perfettamente: in questo modo elimino gli aspetti negativi di questo approccio e ne prendo solamente i benefici che mi possono servire.
Poi ognuno è diverso ed è giusto che si trovi la propria soluzione, sperimentando e re – inventando metodi magari rigidi.
La gestione del proprio tempo, in qualsiasi modo venga praticata, trovo sia fondamentale; in modo da non sprecare questa nostra risorse limitata.
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